lunedì 23 marzo 2015

Grandi opere: "Peri, Perotti e... Fiammenghi"



 






L’Altra Emilia Romagna - L’Altra Europa con Tsipras della Provincia di Ravenna interviene sull'affair "grandi opere" e sul ruolo del Pd in questo sistema. E l'obiettivo rimane "fermare le grandi opere".
Vedere il sindaco che rifà la gag del difensore “a prescindere” dei soliti amici non fa neanche più ridere.

Perché non è neanche questione di essere credibili o meno quando si ripete a pappagallo: 'Conosco bene Fiammenghi, le sue qualità e la sua assoluta onestà: onestà e correttezza che saranno confermate nello sviluppo dell'inchiesta'. Basta cambiare il nome del destinatario dell’avviso di garanzia e la dichiarazione resta buona: “a prescindere”, come diceva Totò".

Ma si può prescindere dalla considerazione che del “sistema” il PD (e non solo, ovviamente) è parte integrante e il coinvolgimento di suoi esponenti (non solo suoi, ovviamente) non va ascritto a incidente di percorso ma, piuttosto, a inevitabile conseguenza? E Ravenna? Si trova per caso citata sui giornali o fa parte dei centri di riferimento del “sistema” (non da sola, ovviamente)?

L’ultimo Rapporto di attuazione della “legge obiettivo” (quella anticipata da Berlusconi alla lavagna di Vespa e presidiata nei 14 anni successivi dall’appena incarcerato Incalza) è stato presentato in Parlamento pochissimi giorni fa (disponibile al link http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/file/documenti/Am0121a.pdf ). Ci ricorda che lo Stato ha messo a disposizione 58 miliardi e mezzo di euro quali risorse pubbliche per la realizzazione delle opere deliberate dal CIPE e che ne mancano all’appello quasi altrettanti (sempre di natura pubblica, se si fa finta di credere che i privati facciano la loro parte) per far fronte ai costi previsti.

È evidente che dotarsi degli strumenti idonei ad intercettare un simile flusso di denaro (corrispondente da solo al 5% del debito pubblico) diventa fondamentale per quanti aspirano ad un posto in prima o seconda fila al banchetto. Perché di banchetto, si tratta, non di costruire strade ponti dighe porti o ferrovie! Per questo non è un caso se a Ravenna ha gli uffici il direttore dei lavori pressoché unico di tutte le opere, se da qui provenga uno degli indagati ed un altro vi sia di casa; così come è ravennate quella grande cooperativa geneticamente modificatasi per mettere piede in tutte le grandi occasioni di far soldi col cemento pubblico in Italia.

Così come non casualmente almeno due opere rientranti nella legge obiettivo abbiano a che fare con Ravenna:
  • scheda n. 194: Porto di Ravenna (Realizzazione approfondimento fondali e sistemazione banchine) – ultimazione lavori oltre il 2020 per un costo di 383 milioni di euro;
  • scheda n. 206: Orte Mestre – ultimazione lavori oltre il 2020 per un costo di 10 miliardi e 65 milioni di euro".
No, signor Sindaco  non si può prescindere da tutto questo nel pretendere che si fermi il “sistema delle grandi opere” di cui (anche) il suo partito è garante. Prima le persone !

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