mercoledì 22 luglio 2015

Dopo il sabato fascista ci e' toccato subire anche la colonia fascista !!



A pochi mesi di distanza dalla celebrazione del sabato fascista in Piazza del Popolo a Ravenna, ci tocca assistere alla ricostituzione delle colonie per la gioventù fascista a Lido di Dante.
Senza che né il Prefetto, il Questore, il Sindaco o il Presidente della Provincia si siano sentiti in dovere di dire qualcosa in difesa dei valori costituzionali che dovrebbero tutelare, l’appena trascorso fine settimana ha riportato sul territorio ravennate un nuovo raduno della formazione neofascista. 

Come è possibile continuare a far finta di niente da parte dei rappresentanti delle istituzioni repubblicane mentre alcuni giovani fanno uso di termini e simboli per richiamarsi deliberatamente a quel partito fascista di cui la costituzione vieta la riorganizzazione? (XII disposizione finale)? Come può continuare a essere completamente ignorata da chi dovrebbe farla rispettare la Legge 20 giugno 1952, n. 645 con la quale si è data attuazione alla disposizione costituzionale? E la Legge 25 giugno 1993, n.205 di conversione del Decreto Mancino che la rafforza perseguendo le discriminazioni razziali, etniche e religiose? Perché deve essere solo la neonata consulta antifascista, cui come Comitato Provinciale abbiamo dato adesione, a farsi carico di esprimere l’inaccettabilità di una normalizzazione della presenza fascista a Ravenna?

Ci uniamo alla richiesta dei tre parlamentari, Maestri, Pagani e Paglia, affinché sia impedito il ripetersi delle commemorazioni fasciste nel cimitero di Ravenna in occasione dell’anniversario della morte del gerarca Muti.

I recenti avvenimenti di Treviso e Roma sono stati rievocati senza vergogna dai partecipanti alla colonia fascista di Lido di Dante: http://www.ravennawebtv.it/w/desideria-raggial-campo-di-forza-nuova-a-lido-di-dante-si-parla-del-futuro-dellitalia/

Rivendichiamo il diritto costituzionale alla protesta, civile, democratica, nonviolenta contro l’attacco ai valori costituzionali e, in particolare, all’articolo 10 della Costituzione (“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”). 

Vergogna al Sindaco e al Presidente della Provincia, rappresentanti eletti della Ravenna medaglia d’oro alla Resistenza, che continuano a voltarsi dall’altra parte!

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