martedì 7 aprile 2015

L'Altra Emilia Romagna è con gli antifascisti di russi. E il Pd?







Alla luce della mancata presa di distanza da parte dei leghisti di Russi dalle politiche perseguite in sede nazionale ovvero la promozione di posizioni xenofobe e di vicinanza ai movimenti che inneggiano al ventennio mussoliniano, è stato presentato da La sinistra per Russi in consiglio comunale un ordine del giorno per vincolare il sindaco a far dimettere dal comitato antifascista il rappresentante della Lega Nord. 
L’ordine del giorno è stato respinto per la precisa volontà del sindaco e dei consiglieri del Partito Democratico di mantenere “il più possibile inclusivo il comitato antifascista”. Lo stesso sindaco ha poi aggiunto che, a tutt’oggi, non è richiesta alcuna formale adesione ai valori dell’antifascismo per far parte del comitato antifascista.  In pratica, è stata la conclusione del sindaco, se la Lega Nord chiede di entrare nel comitato antifascista vuol dire che di per sé non è fascista. Secondo noi, invece, se si ammettono nel comitato di tutela dei valori della democrazia repubblicana rappresentanti di formazioni politiche che si richiamano o comunque non prendono le distanze da valori opposti, si contribuisce ad annacquare le distinzioni e a legittimare posizioni politiche che tutto sono meno che antifasciste.
Il rischio è quello di una messa in discussione delle basi stesse della nostra convivenza democratica, fondate sulla costituzione repubblicana a seguito della liberazione dall’occupazione nazi-fascista. Per questo è indispensabile prendere posizione contro l’arretramento delle istituzioni dal presidio dei valori antifascisti. Sostenere e difendere la libertà di espressione non deve voler dire dimenticarsi del divieto di ricostituzione del partito fascista, espressamente dichiarato nella nostra Costituzione, e ammettere il proselitismo fascista. Se non si marcano le differenze vengono meno gli anticorpi sociali che la democrazia sono chiamati a difendere: il primo passo, infatti, è far smarrire la memoria del fascismo e smettere di stigmatizzare ciò che costituisce oggi una pratica politica di stampo fascista; dopodiché il più è fatto e l’antifascismo resterà un rito vuoto, retorico e ampolloso, a presidio del nulla.
Russi si prepara così ad un rituale vuoto, retorico e ampolloso per celebrare la prossima festa nazionale del 25 aprile? Ammettendovi i fascisti di ieri e quelli di oggi in un corale abbraccio che tutti include, purché si tratti di italiani, di carnagione chiara, di religione cristiana, nulla importa se nostalgici di Mussolini o del decisionismo che faceva arrivare in orario i treni delle deportazioni di massa? Di tutto questo bisogna ringraziare il Partito Democratico e la sua indifferenza alla tutela dei valori democratici: caro Retini non basta usarli come aggettivo nel nome del partito per dimostrare di sapere cosa significhino! 

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