lunedì 22 giugno 2015

Gerard Lutte a Ravenna. La sua esperienza in Guatemala


Di: Pippo Tadolini




Per iniziative dell'associazione di volontariato "Amici di Rekko 7 - Onlus", che da molti anni si occupa nel nostro territorio di iniziative di solidarietà con il sud del mondo e in particolare con il Guatemala, è stato possibile, nella serata di martedi 16 giugno, avere a Ravenna un  vero "mostro sacro" della lotta per la giustizia come Gerard Lutte.
Ben noto a chiunque abbia vissuto gli anni in cui la solidarietà internazionale  era pane quotidiano di chi partecipava alla vita civile, Gerard Lutte rimane un faro per chiunque faccia della giustizia un argomento di riflessione e di giustizia, indipendentemente  dalle generazioni.
Già religioso salesiano, e allontanato dalla dimensione ecclesiastica per le sue posizioni di rottura, Gerard da sempre si occupa di psicologia e di sociologia, con particolare impegno sui temi dell'infanzia e dell'adolescenza emarginate e sfruttate.
Dopo essere stato professore universitario a Roma, già da moltissimi anni si è votato al riscatto dei ragazzi e delle ragazze di strada soprattutto in America Centrale.
Nonostante la sua età molto avanzata e la sua condizione di non vedente, Gerard vive tutt'ora in Guatemala (paese di cui ha ricostruito in maniera efficacissima la storia passata e attuale) e coopera con l'associazione Mo.jo.ca., il Movimiento de los jovenes de la calle. movimento dei giovani della strada, che opera quotidianamente per il riscatto sociale, psicologico e civile  del popolo giovanile, che le vicissitudini della vita e le condizioni drammatiche di ineguaglianza sociale hanno gettato sui marciapiedi.
Assieme a Gerard, la commovente testimonianza di Quenia, una giovane della strada che ha trovato in Mo.jo.ca. lo strumento per ritornare a vivere, e di Carmelo e Orietta, una coppia  del Lazio che assieme a Gerard porta avanti "Amistrada", l'organismo volontario che si prefigge di sostenere l'oprea di Gerard Lutte.
E' auspicabile che la società civile ravennate (e non solo), e tutte/i noi che ci consideriamo di sinistra, sappiamo riscoprire questa dimensione del nostro fare politica,  ricostruendo l' impegno di soliderietà fra i popoli e la volontà di farci carico delle sofferenze di chi vive sulla propria pelle condizioni altamente  drammatiche da tempi ben più antichi di quelli della nostra crisi

Nessun commento: